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Quando una persona (o un programma) richiede l'accesso al sistema, l'autenticazione verifica che l'identità sia fidata.
Avvertimento | |
---|---|
Errori di configurazione di PAM possono lasciare l'utente fuori dal proprio sistema. Si deve avere un CD di ripristino a portata di mano o impostare una partizione di avvio alternativa. Per fare il ripristino, avviare il sistema con uno di essi e correggere le cose da lì. |
L'autenticazione Unix normale è fornita dal modulo
pam_unix
(8) sotto PAM (Pluggable Authentication
Modules). I suoi 3 importanti file di configurazione, con voci
separate da ":
", sono i seguenti.
Tabella 4.1. I 3 importanti file di configurazione per pam_unix
(8)
file | permessi | utente | gruppo | descrizione |
---|---|---|---|---|
/etc/passwd |
-rw-r--r-- |
root |
root |
informazioni sugli account utente (ripulite) |
/etc/shadow |
-rw-r----- |
root |
shadow |
informazioni sicure sugli account utente |
/etc/group |
-rw-r--r-- |
root |
root |
informazioni sui gruppi |
"/etc/passwd
" contiene righe come le seguenti.
... user1:x:1000:1000:User1 Name,,,:/home/user1:/bin/bash user2:x:1001:1001:User2 Name,,,:/home/user2:/bin/bash ...
Come spiegato in "passwd
(5), le voci separate da
":
in questo file hanno il significato seguente.
Nome di login
Voce di specificazione della password
ID numerico dell'utente
ID numerico del gruppo
Nome dell'utente o campo di commento
Directory home dell'utente
Voce opzionale per l'interprete di comandi utente
La seconda voce del file "/etc/passwd
" era usata per la
password cifrata. Dopo l'introduzione di "/etc/shadow
",
questa voce è usata per la specificazione della password.
Tabella 4.2. Il contenuto della seconda voce di "/etc/passwd
"
contenuto | significato |
---|---|
(vuoto) | account senza password |
x | la password cifrata è in "/etc/shadow " |
"/etc/shadow
" contiene righe come le seguenti.
... user1:$1$Xop0FYH9$IfxyQwBe9b8tiyIkt2P4F/:13262:0:99999:7::: user2:$1$vXGZLVbS$ElyErNf/agUDsm1DehJMS/:13261:0:99999:7::: ...
Come spiegato in "shadow
(5), le voci separate da
":
in questo file hanno il significato seguente.
Nome di login
Password cifrata (I caratteri "$1$
" iniziali indicano
l'uso della cifratura MD5. "*" indica nessun login.)
Data dell'ultimo cambiamento di password, espressa come numero di giorni trascorsi dall'1 gennaio 1970
Numero di giorni che l'utente deve aspettare prima di essere autorizzato a cambiare nuovamente la password
Numero di giorni trascorsi i quali l'utente dovrà cambiare la propria password
Numero di giorni di preavviso per avvisare l'utente che la password è in scadenza
Numero di giorni dopo che una password è scaduta in cui la password viene sempre accettata
Data di scadenza dell'account, espressa come numero di giorni trascorsi dall'1 gennaio 1970.
…
"/etc/group
" contiene righe come le seguenti.
group1:x:20:user1,user2
Come spiegato in "group
(5), le voci separate da
":
in questo file hanno il significato seguente.
Nome del gruppo
Password cifrata (non realmente usato)
ID numerico del gruppo
Elenco di nomi utente separati da ","
Nota | |
---|---|
" |
Nota | |
---|---|
Può essere dinamicamente aggiunta la reale appartenenza di un utente ad un
gruppo se viene aggiunta la riga " |
Nota | |
---|---|
Il pacchetto |
Quelli che seguono sono alcuni comandi degni di nota per gestire le informazioni sugli account
Tabella 4.3. Elenco di comandi per gestire informazioni su account
comando | funzione |
---|---|
getent passwd nome_utente |
sfoglia le informazioni sull'account di
"nome_utente " |
getent shadow nome_utente |
sfoglia le informazioni shadow sull'account di
"nome_utente " |
getent group nome_gruppo |
sfoglia le informazioni sul gruppo
"nome_gruppo " |
passwd |
gestisce la password per l'account |
passwd -e |
imposta una password usa e getta per l'attivazione dell'account |
chage |
gestisce le informazioni sulla scadenza della password |
Può essere necessario avere i privilegi di root per far funzionare alcune di
queste funzioni. Vedere crypt
(3) per la cifratura di
password e dati.
Nota | |
---|---|
Nei sistemi configurati con PAM e NSS, come la macchina Debian salsa Debian, il contenuto dei file locali
" |
Quando si crea un account, durante l'installazione del sistema o con il
comando passwd
(1), si dovrebbe scegliere una buona password che consiste, secondo
passwd
(1), di un numero di caratteri da almeno 6 a 8,
incluso uno o più caratteri da ciascuno dei seguenti insiemi.
Lettere dell'alfabeto minuscole
Cifre da 0 a 9
Segni di punteggiatura
Avvertimento | |
---|---|
Non scegliere parole indovinabili come password. Il nome dell'account, il codice fiscale, il numero di telefono, l'indirizzo, il giorno del compleanno, il nome di membri della propria famiglia o di animali, parole del dizionario, semplici sequenze di caratteri come "12345" o "qwerty", … sono tutte scelte pessime come password. |
Ci sono strumenti indipendenti per generare password cifrate con salt.
Tabella 4.4. Elenco di strumenti per generare password
pacchetto | popcon | dimensione | comando | funzione |
---|---|---|---|---|
whois
|
V:28, I:307 | 380 | mkpasswd |
frontend ricco di funzionalità per la libreria crypt (3) |
openssl
|
V:841, I:995 | 2269 | openssl passwd |
calcola hash di password (OpenSSL). passwd (1ssl) |
I moderni sistemi *nix come il sistema Debian, forniscono all'amministratore di sistema i meccanismi PAM (Pluggable Authentication Modules) e NSS (Name Service Switch) per configurare il sistema. Il ruolo di questi meccanismi può essere riassunto nel modo seguente.
PAM offre un meccanismo di autenticazione flessibile usato dal software applicativo e comporta pertanto scambio di dati sulle password
NSS offre un meccanismo di servizio dei nomi flessibile che è usato di
frequente dalla libreria standard C
per ottenere i nomi di utenti e gruppi per programmi come
ls
(1) e id
(1).
Questi sistemi PAM e NSS devono essere configurati in modo coerente.
I pacchetti degni di nota relativi ai sistemi PAM e NSS sono i seguenti.
Tabella 4.5. Elenco dei pacchetti degni di nota per i sistemi PAM e NSS
pacchetto | popcon | dimensione | descrizione |
---|---|---|---|
libpam-modules
|
V:883, I:999 | 1030 | Pluggable Authentication Modules, moduli di autenticazione inseribili (servizio base) |
libpam-ldap
|
V:1, I:10 | 241 | Pluggable Authentication Module, modulo di autenticazione inseribile, che permette interfacce LDAP |
libpam-cracklib
|
V:1, I:13 | 117 | Pluggable Authentication Module, modulo di autenticazione inseribile, che permette il supporto di cracklib |
libpam-systemd
|
V:477, I:910 | 530 | Pluggable Authentication Module, modulo di autenticazione inseribile, per
registrare sessioni utente per logind |
libpam-doc
|
I:1 | 957 | Pluggable Authentication Modules, moduli di autenticazione inseribili (documentazione in html e testo semplice) |
libc6
|
V:930, I:999 | 12977 | Libreria GNU C: librerie condivise che forniscono anche il servizio "Name Service Switch" |
glibc-doc
|
I:10 | 3447 | Libreria GNU C: pagine man |
glibc-doc-reference
|
I:4 | 13174 | Libreria GNU C: manuale di riferimento nei formati info, pdf e html (non-free) |
libnss-mdns
|
I:491 | 141 | Modulo NSS per la risoluzione dei nomi DNS Multicast |
libnss-ldap
|
I:9 | 265 | Modulo NSS per l'uso di LDAP come servizio per i nomi |
libnss-ldapd
|
V:1, I:15 | 154 | Modulo NSS per l'uso di LDAP come servizio per i nomi (nuovo fork di
libnss-ldap ) |
La guida per l'amministratore di sistema di Linux-PAM, "The Linux-PAM System
Administrators' Guide", in libpam-doc
è essenziale per
imparare la configurazione di PAM.
La sezione "System Databases and Name Service Switch" in
glibc-doc-reference
è essenziale per imparare la
configurazione di NSS.
Nota | |
---|---|
Si può ottenere un elenco più esteso ed aggiornato usando il comando
" |
Nota | |
---|---|
PAM è il metodo più basilare per inizializzare le variabili d'ambiente per ciascun programma con valori predefiniti a livello di sistema. |
Con systemd, il pacchetto
libpam-systemd
viene installato per gestire il login
degli utenti registrando le sessioni utente nella gerarchia dei gruppi di
controllo di systemd
per logind. Vedere systemd-logind
(8),
logind.conf
(5) e pam_systemd
(8).
Quelli che seguono sono alcuni file degni di nota letti da PAM e NSS.
Tabella 4.6. Elenco di file di configurazione letti da PAM e NSS
file di configurazione | funzione |
---|---|
/etc/pam.d/nome_programma |
imposta la configurazione PAM per il programma
"nome_programma "; vedere
pam (7) e pam.d (5) |
/etc/nsswitch.conf |
imposta la configurazione NSS con la voce per ciascun servizio. Vedere
nsswitch.conf (5) |
/etc/nologin |
limita il login utente con il modulo pam_nologin (8) |
/etc/securetty |
limita la tty per l'accesso root con il modulo
pam_securetty (8) |
/etc/security/access.conf |
imposta il limite di accesso con il modulo pam_access (8) |
/etc/security/group.conf |
imposta restrizioni basate su gruppi con il modulo
pam_group (8) |
/etc/security/pam_env.conf |
imposta le variabili d'ambiente con il modulo pam_env (8) |
/etc/environment |
imposta variabili d'ambiente aggiuntive con il modulo
pam_env (8) con l'argomento "readenv=1 " |
/etc/default/locale |
imposta la localizzazione con il modulo pam_env (8) con
l'argomento "readenv=1 envfile=/etc/default/locale "
(Debian) |
/etc/security/limits.conf |
imposta limitazioni alle risorse (ulimit, core, …) con il modulo
pam_limits (8) |
/etc/security/time.conf |
imposta limitazioni temporali con il modulo pam_time (8) |
/etc/systemd/logind.conf |
imposta la configurazione del gestore di login di systemd
(vedere logind.conf (5) e
systemd-logind.service (8)) |
Le restrizioni sulla scelta delle password sono implementate dai moduli PAM
pam_unix
(8) e pam_cracklib
(8). Possono
essere configurati tramite i loro argomenti.
Suggerimento | |
---|---|
I moduli PAM usano il suffisso " |
La moderna gestione centralizzata del sistema può essere messa in atto usando il server del Protocollo LDAP (Lightweight Directory Access Protocol) per amministrare molti sistemi *nix e non *nix in rete. L'implementazione open source del protocollo LDAP è il software OpenLDAP.
Il server LDAP fornisce le informazioni sugli account attraverso l'uso di
PAM e NSS con i pacchetti per il sistema Debian
libpam-ldap
e libnss-ldap
. Per
abilitare ciò sono necessarie diverse azioni. (Non ho mai usato questa
configurazione e le informazioni che seguono sono di seconda mano. Tenerlo a
mente quando si legge quanto segue.)
Si configura un server LDAP centralizzato eseguendo un programma come il
demone LDAP autonomo slapd
(8).
Si modificano i file di configurazione di PAM nella directory
"/etc/pam.d/
" per usare "pam_ldap.so
"
invece del predefinito "pam_unix.so
".
Debian usa "/etc/pam_ldap.conf
" come file di
configurazione per libpam-ldap
e
"/etc/pam_ldap.secret
" come file per archiviare la
password di root.
Si modifica la configurazione di NSS nel file
"/etc/nsswitch.conf
" per usare "ldap
"
invece della scelta predefinita ("compat
" o
"file
").
Debian usa "/etc/libnss-ldap.conf
" come file di
configurazione per libnss-ldap
.
Per la sicurezza delle password è necessario far sì che
libpam-ldap
usi una connessione SSL (o TLS).
Per assicurare l'integrità dei dati, si può far sì che
libnss-ldap
usi una connessione SSL (o TLS) a prezzo di un maggiore carico sulla
rete LDAP.
Si dovrebbe eseguire nscd
(8) localmente per mettere nella
cache ogni risultato di ricerche LDAP in modo da ridurre il traffico di rete
LDAP.
Vedere la documentazione in pam_ldap.conf
(5) e
"/usr/share/doc/libpam-doc/html/
" fornita dal pacchetto
libpam-doc
e in "info libc 'Name Service
Switch'
" fornita dal pacchetto glibc-doc
.
In modo simile si possono impostare sistemi centralizzati alternativi con altri metodi.
Integrazione di utenti e gruppi con il sistema Windows.
Accesso ai servizi di dominio Windows
con i pacchetti winbind
e
libpam_winbind
.
Vedere winbindd
(8) e Integrare reti MS Windows con
Samba.
Integrazione di utenti e gruppi con sistemi simil-Unix datati
Accesso a NIS (chiamato in origine
YP) o NIS+ con il pacchetto
nis
.
Vedere il Linux NIS(YP)/NYS/NIS+ HOWTO.
Questa è la famosa sezione scritta da Richard M. Stallman, alla fine della
vecchia pagina "info su
. Non c'è da preoccuparsi:
l'attuale comando su
in Debian usa PAM, perciò questo può
limitare la possibilità di usare su
verso il gruppo
root
abilitando la riga con
"pam_wheel.so
" in "/etc/pam.d/su
".
L'installazione del pacchetto libpam-cracklib
permette di
imporre regole più stringenti sulle password.
In un sistema GNOME tipico che installa automaticamente
libpam-gnome-keyring
,
"/etc/pam.d/common-password
" è simile a:
# here are the per-package modules (the "Primary" block) password requisite pam_cracklib.so retry=3 minlen=8 difok=3 password [success=1 default=ignore] pam_unix.so obscure use_authtok try_first_pass yescrypt # here's the fallback if no module succeeds password requisite pam_deny.so # prime the stack with a positive return value if there isn't one already; # this avoids us returning an error just because nothing sets a success code # since the modules above will each just jump around password required pam_permit.so # and here are more per-package modules (the "Additional" block) password optional pam_gnome_keyring.so # end of pam-auth-update config
Nota | |
---|---|
Le informazioni fornite in questo documento potrebbero non essere sufficienti per le proprie necessità di sicurezza ma dovrebbero essere un buon punto di partenza. |
Molti servizi per livello di trasporto popolari comunicano i loro messaggi, compresa l'autenticazione con password, in puro testo. È una pessima idea trasmettere password in puro testo attraverso l'Internet selvaggia dove possono essere intercettate. Si possono eseguire questi servizi attraverso "TLS" (Transport Layer Security, sicurezza del livello di trasporto), o il suo predecessore "SSL" (Secure Sockets Layer, livello per socket sicuri), per rendere sicura tramite cifratura tutta la comunicazione, compresa la password.
Tabella 4.7. Elenco di servizi e porte sicuri e non sicuri
nome del servizio non sicuro | porta | nome del servizio sicuro | porta |
---|---|---|---|
www (http) | 80 | https | 443 |
smtp (posta) | 25 | ssmtp (smtps) | 465 |
ftp-data | 20 | ftps-data | 989 |
ftp | 21 | ftps | 990 |
telnet | 23 | telnets | 992 |
imap2 | 143 | imaps | 993 |
pop3 | 110 | pop3s | 995 |
ldap | 389 | ldaps | 636 |
La cifratura ha un costo in termini di tempo CPU. Come alternativa leggera per la CPU, si può mantenere la comunicazione in testo semplice, rendendo allo stesso tempo sicura la sola password con un protocollo di autenticazione sicura come "APOP" (Authenticated Post Office Protocol) per POP e "CRAMD-MD5" (Challenge-Response Authentication Mechanism MD5) per SMTP e IMAP. (Per inviare messaggi di posta elettronica via Internet dal proprio programma di posta al proprio server di posta è diventato popolare recentemente l'uso per SMTP della porta 587 invece della porta tradizionale 25, per evitare il blocco da parte del fornitore del servizio Internet della porta 25 autenticandosi allo stesso tempo con CRAM-MD5.)
Il programma Secure Shell (SSH
fornisce comunicazioni sicure cifrate tra due host non fidati attraverso una
rete non sicura, grazie ad un'autenticazione sicura. Consiste del client
OpenSSH, ssh
(1) e del
demone OpenSSH,
sshd
(8). SSH può essere usato per fare da tunnel sicuro
attraverso Internet per le comunicazioni con protocollo non sicuro come POP
ed X, con la funzionalità di inoltro delle porte.
Il client cerca di autenticarsi usando un'autenticazione basata sull'host, su una chiave pubblica, challenge-response o con password. L'uso di un'autenticazione con chiave pubblica permette il login remoto senza password. Vedere Sezione 6.3, «Il server e le utilità per l'accesso remoto (SSH)».
Anche quando si eseguono servizi sicuri, come server SSH (Secure shell) e PPTP (Point-to-Point Tunneling Protocol), esiste sempre la possibilità di un'intrusione da Internet con attacchi basati sull'indovinare la password usando metodi con forza bruta, ecc. L'uso di una politica di firewall (vedere Sezione 5.6, «Infrastruttura netfilter») insieme agli strumenti di sicurezza elencati in seguito, può migliorare la sicurezza generale.
Tabella 4.8. Elenco di strumenti per fornire misure aggiuntive di sicurezza
pacchetto | popcon | dimensione | descrizione |
---|---|---|---|
knockd
|
V:0, I:3 | 109 | demone, knockd (1), e client, knock (1)
piccoli per bussare alle porte |
fail2ban
|
V:111, I:125 | 2127 | strumento per interdire IP che causano errori di autenticazione multipli |
libpam-shield
|
V:0, I:0 | 115 | blocca all'esterno gli attacchi remoti che cercano di indovinare le password |
Per impedire che qualcuno possa accedere alla propria macchina con privilegi di root, è necessario compiere le azioni seguenti.
Impedire l'accesso fisico al disco fisso
Bloccare UEFI/BIOS ed impedire l'avvio da supporti removibili
Impostare una password per la sessione interattiva di GRUB
Bloccare il menu di GRUB impedendo i cambiamenti
Avendo accesso fisico al disco fisso, reimpostare la password di root è relativamente semplice seguendo i passi seguenti.
Spostare il disco fisso in un PC con UEFI/BIOS che permette l'avvio da CD.
Avviare il sistema con un supporto di ripristino (disco di avvio di Debian, CD Knoppix, CD GRUB, …).
Montare la partizione root con accesso in lettura e scrittura
Modificare il file "/etc/passwd
" nella partizione root e
rendere la seconda voce per l'account di root
vuota.
Se si ha l'accesso in modifica alle voci di menu di GRUB (vedere Sezione 3.1.2, «Stadio 2: il bootloader») per grub-rescue-pc
all'avvio, è ancora più semplice, seguendo i passi seguenti.
Avviare il sistema con i parametri del kernel modificati in qualcosa del
tipo "root=/dev/hda6 rw init=/bin/sh
".
Modificare il file "/etc/passwd
" e rendere la seconda
voce per l'account di root
vuota.
Riavviare il sistema.
Si può ora accedere alla shell di root del sistema senza password.
Nota | |
---|---|
Una volta ottenuto l'accesso alla shell di root, si ha l'accesso a qualsiasi
cosa sul sistema e si può reimpostare qualsiasi password. Inoltre, si
possono compromettere le password per tutti gli account utente usando
strumenti di violazione delle password con attacchi a forza bruta, come
quelli nei pacchetti |
L'unica soluzione software ragionevole per evitare tutte queste
preoccupazioni è l'uso di una partizione root (o partizione
"/etc
") cifrata, usando dm-crypt e initramfs (vedere Sezione 9.9, «Suggerimenti per la cifratura dei dati»). Tuttavia è sempre necessaria la password
per avviare il sistema.
Esistono controlli degli accessi al sistema diversi dall'autenticazione basata su password e dei permessi dei file.
Nota | |
---|---|
Vedere Sezione 9.4.15, «Tasto Alt-SysRq» per limitare la funzionalità SAK (Secure Attention Key) del kernel. |
sudo
(8) è un programma progettato per permettere ad un
amministratore di sistema di dare privilegi di root limitati ad utenti, e di
registrare l'attività come root. sudo
richiede solo la
password di un utente regolare. Installare il pacchetto
sudo
e attivarlo impostando le opzioni in
"/etc/sudoers
". Vedere esempi di configurazione in
"/usr/share/doc/sudo/examples/sudoers
" e Sezione 1.1.12, «Configurazione di sudo».
Il mio uso di sudo
per un sistema con un singolo utente
(vedere Sezione 1.1.12, «Configurazione di sudo») è mirato a proteggere me
stesso dalla mia stupidità. Personalmente condidero l'uso di
sudo
come un'alternativa migliore all'uso costante del
sistema dall'account root. Per esempio, il comando seguente cambia il
proprietario di "un_certo_file
" in
"mio_nome
".
$ sudo chown my_name some_file
Naturalmente se si conosce la password di root (come accade per ogni utente
Debian che ha installato il proprio sistema), qualsiasi comando può essere
eseguito come utente root da qualsiasi account utente usando "su
-c
".
PolicyKit è un componente del sistema operativo per controllare privilegi a livello di sistema in sistemi operativi simil-Unix.
Le applicazioni GUI più recenti non sono pensate per essere eseguite come processi privilegiati. Per effettuare operazioni amministrative comunicano con processi privilegiati attraverso PolicyKit.
PolicyKit limita tali operazioni agli account utente che appartengono al
gruppo sudo
, in sistemi Debian.
Vedere polkit
(8).
Per la sicurezza del sistema è una buona idea disabilitare il maggior numero di programmi server possibile. Questo aspetto diventa critico per i server di rete. Avere server inutilizzati, attivati direttamente come demoni o attraverso un programma super-server, è considerato un rischio per la sicurezza.
Molti programmi, come sshd
(8), usano un controllo degli
accessi basato su PAM. Ci sono molti modi per limitare gli accessi ad un
qualche servizio server.
file di configurazione:
"/etc/default/nome_programma
"
configurazione dell'unità di servizio di systemd per il demone
"/etc/inetd.conf
" per il super-server
"/etc/hosts.deny
" e "/etc/hosts.allow
"
per il wrapper TCP,
tcpd
(8)
"/etc/rpc.conf
" per Sun RPC
"/etc/at.allow
" e "/etc/at.deny
" per
atd
(8)
"/etc/cron.allow
" e "/etc/cron.deny
"
per crontab
(1)
il firewall di rete della infrastruttura netfilter
Vedere Sezione 3.5, «Gestione del sistema», Sezione 4.5.1, «File di configurazione letti da PAM e NSS» e Sezione 5.6, «Infrastruttura netfilter».
Suggerimento | |
---|---|
I servizi Sun RPC devono essere attivi per i programmi NFS ed altri programmi basati su RPC. |
Suggerimento | |
---|---|
Se si hanno problemi con l'accesso remoto in sistemi Debian recenti,
commentare la configurazione responsabile come "ALL: PARANOID" in
" |
Il kernel Linux si è evoluto e gestisce funzionalità di sicurezza che non sono presenti nelle implementazioni UNIX tradizionali.
Linux gestisce gli attributi
estesi che estendono gli attributi UNIX tradizionali (vedere
xattr
(7)).
Linux divide i privilegi tradizionalmente associati con il superutente in
unità distinte, note come capabilities
(7), che possono
essere abilitate e disabilitate in modo indipendente. Le capabilities sono
un attributo per singolo thread a partire dalla versione 2.2 del kernel.
L'infrastruttura Linux Security Module (LSM) fornisce un meccanismo per vari controlli di sicurezza in modo che nuove estensioni del kernel si aggancino ad essi. Per esempio:
Dato che queste estensioni possono restringere il modello dei privilegi in modo più stringente delle politiche del normale modello di sicurezza in stile Unix, anche i poteri di root possono essere ristretti. È consigliato leggere la documentazione dell'infrastruttura Linux Security Module (LSM) su kernel.org.
Gli spazi dei nomi Linux creano un
involucro (wrap) per una risorsa di sistema globale come astrazione che fa
sembrare ai processi all'interno dello spazio dei nomi di avere una propria
istanza isolata della risorsa globale. Le modifiche alla risorsa globale
sono visibile agli altri processi che sono membri dello spazio dei nomi, ma
sono invisibili agli altri processi. A partire dalla versione 5.6 del
kernel, ci sono 8 tipi di spazi dei nomi (vedere
namespaces
(7), unshare
(1),
nsenter
(1)).
In Debian 11 Bullseye (2021) Debian usa la gerarchia cgroup unificata (alias cgroups-v2).
Esempi di uso di spazi dei nomi con cgroups per isolare i loro processi e permettere il controllo delle risorse sono:
Systemd. Vedere Sezione 3.2, «Init systemd».
Ambiente sandbox. Vedere Sezione 7.6, «Sandbox».
Contenitori Linux come Docker, LXC. Vedere Sezione 9.11, «Sistema virtualizzato».
Queste funzionalità non possono essere realizzate con. Questi argomenti avanzati sono per lo più al di fuori di questo documento introduttivo.